Riflessioni sulle implicazioni giuridiche, sulle responsabilità genitoriali e sulle proposte psicopedagogiche di intervento.”
“Sugar Baby: un approccio criminologico interdisciplinare.
Riflessioni sulle implicazioni giuridiche, sulle responsabilità genitoriali e sulle proposte psicopedagogiche di intervento.”
Negli ultimi anni, il fenomeno del “sugar dating” ha acquisito crescente visibilità, soprattutto attraverso piattaforme digitali che mettono in contatto individui disposti a intrattenere relazioni personali, spesso caratterizzate da uno scambio economico o di beni materiali.
Sebbene tale fenomeno coinvolga principalmente adulti consenzienti, in alcuni casi può sfociare in situazioni che riguardano minori, sollevando questioni legali complesse, specialmente in relazione ai reati previsti dal Codice Penale italiano, come gli atti sessuali con minori (art. 609-quater c.p.) e la prostituzione minorile (art. 600-bis c.p.).
Questo piccolo contributo esplora le implicazioni giuridiche legate al fenomeno del “sugar dating” quando coinvolge minori, esaminando le ipotesi di reato e le responsabilità genitoriali per mancata vigilanza ed educazione.
Il termine “sugar baby” si riferisce a un individuo – spesso giovane – che intrattiene una relazione con un “sugar daddy” o una “sugar mommy“, generalmente più anziani e benestanti, in cambio di vantaggi economici, regali o altri benefici.
Questa relazione è spesso basata su un accordo reciproco e trasparente, dove il/la sugar baby offre compagnia e, talvolta, una componente romantica o affettiva, in cambio del sostegno ricevuto.
Quando tale pratica coinvolge minori, sorgono problematiche giuridiche legate alla tutela dei diritti dei minori e alla punibilità di chi sfrutta tale condizione.
É una nuova sfida per la psicopedagogia, per il diritto penale e per l’intera società italiana, specialmente quando coinvolge minori.
Ecco perché è essenziale adottare un approccio integrato che includa il rafforzamento delle norme penali, la responsabilizzazione dei genitori e un’educazione mirata per prevenire e contrastare tali situazioni poiché la tutela dei minori deve rimanere una priorità assoluta, garantendo loro un ambiente sicuro e protetto, sia online che offline.
Questo tipo di relazione ha radici nelle dinamiche di potere e nei ruoli di genere tradizionali, ma ha acquisito una nuova visibilità con l’avvento delle piattaforme digitali.
Esistono diversi siti e app che facilitano questi incontri, rendendo il fenomeno più accessibile e accettato rispetto al passato.
Il tema è controverso poiché si potrebbe sostenere che si tratti di una forma velata di prostituzione o sfruttamento economico alla base del quale però c’è un accordo consensuale e vantaggioso per entrambe le parti.
La motivazione può variare: alcuni giovani ricorrono a queste relazioni per sostenersi economicamente, specialmente in contesti di difficoltà come il costo dell’istruzione o della vita.
Dal punto di vista giuridico, occorre considerare i dettami inerenti alla prostituzione minorile e atti sessuali con minori.
Prostituzione minorile (art. 600-bis c.p.)
L’articolo 600-bis c.p. punisce chiunque recluta o sfrutta minori per attività di prostituzione.
Il concetto di “prostituzione” viene interpretato in senso ampio e include qualsiasi forma di scambio tra prestazioni sessuali e vantaggi economici o materiali.
Il consenso del minore non è giuridicamente rilevante, poiché la legge si fonda sulla tutela della persona vulnerabile da possibili abusi e l’adulto che consapevolmente entra in una relazione “sugar” con un minore e ne ottiene prestazioni sessuali in cambio di benefici può essere ritenuto penalmente responsabile per prostituzione minorile.
Atti sessuali con minori (art. 609-quater c.p.)
Questo articolo disciplina i casi in cui un adulto compie atti sessuali con un minore di età compresa tra i 14 e i 18 anni in situazioni che implicano abuso di potere, inganno o induzione alla prostituzione.
Appare che nel contesto del “sugar dating”, l’elemento dello scambio economico può configurare una condotta abusiva, aggravando la posizione dell’adulto coinvolto, ricordando come la legge italiana stabilisca che il consenso è irrilevante se l’atto è compiuto con minori di 14 anni o in situazioni di coercizione psicologica.
Dal punto di vista giuridico correlato a quello psicopedagogico, voglio anche accennare alle responsabilità genitoriali a proposito della vigilanza ed educazione
Infatti la mancata vigilanza da parte dei genitori o tutori legali può contribuire all’esposizione dei minori a situazioni di sfruttamento.
Secondo il codice civile italiano, i genitori hanno il dovere di garantire la cura morale e materiale dei figli e la loro educazione in linea con i valori fondamentali di tutela e dignità.
In caso di mancata vigilanza o educazione adeguata, i genitori possono essere ritenuti responsabili, anche in sede penale, per concorso in reati che coinvolgono i propri figli (art. 40 c.p.).
È pacifico che la diffusione delle piattaforme online richiede una maggiore attenzione da parte dei genitori all’uso di internet da parte dei minori ma anche una capacità di conoscere questi nuovi strumenti e, conseguentemente, i rischi.
La psicopedagogia è chiamata promuovere un’educazione digitale consapevole, non solo prevenendo l’accesso a piattaforme che favoriscano il “sugar dating“, bensì sostenendo reti collaborative tra famiglie, scuole e mezzi di comunicazione di massa per sensibilizzare i giovani sui rischi connessi a tali pratiche ma anche per smuovere l’opinione pubblica e i rappresentanti delle amministrazioni locali e della politica al fine di creare la cultura della prevenzione e dell’intervento a livello legislativo.
È infatti fondamentale creare una sensibilizzazione sociale per rafforzare le normative esistenti allo scopo di monitorare e regolare le piattaforme che facilitano il “sugar dating“, introducendo ad esempio obblighi di verifica dell’età degli utenti e sanzioni per i gestori delle piattaforme che non rispettano tali disposizioni.
Analogamente, siamo tutti chiamati a sostenere la promozione di campagne educative rivolte ai minori per renderli consapevoli dei rischi legati al “sugar dating“, coinvolgendo le associazioni dei genitori, gli educatori e le istituzioni pubbliche nella costruzione di una rete di protezione per i giovani.
In una necessaria riflessione sul crescente dibattito sociale, la pedagogia può giocare un ruolo cruciale nel supportare la genitorialità al fine di prevenire e contrastare questo fenomeno, promuovendo valori di autonomia, consapevolezza e rispetto reciproco.
La criminologia e la psicopedagogia sono strumenti di prevenzione: un primo passo per arginare il fenomeno del sugar baby, con un intervento educativo mirato.
Con approccio multidisciplinare si possono guidare i genitori nella costruzione di un ambiente familiare che favorisca l’autostima e la capacità critica dei giovani, con una educazione che incoraggi la riflessione sui propri valori e sul significato delle relazioni affettive, per dare ai ragazzi una visione più matura e consapevole del proprio ruolo nella società.
Attraverso programmi educativi e incontri formativi, i genitori possono acquisire competenze per dialogare con i figli su temi complessi come il denaro, le relazioni e l’autonomia. Il sostegno pedagogico può aiutare a smantellare stereotipi di genere e pressioni sociali che spesso alimentano la scelta di entrare in queste dinamiche.
La comunicazione aperta e autentica tra genitori e figli è un pilastro fondamentale della relazione e può fornire strumenti per facilitare il dialogo intergenerazionale, creando spazi in cui i giovani si sentano ascoltati e compresi, affrontando temi come il valore dell’indipendenza economica, il rispetto del proprio corpo e la costruzione di relazioni basate sull’affetto piuttosto che sull’interesse materiale.
I genitori, con il supporto di esperti, possono imparare a riconoscere i segnali di disagio o vulnerabilità nei propri figli e intervenire in modo tempestivo e adeguato.
Occorre sostenere l’educazione all’autonomia e alla resilienza, consapevoli che molti sono i giovani che, attratti dal fenomeno del sugar baby, cercano soluzioni rapide a difficoltà economiche o emotive.
Si possono fornire strumenti per affrontare le sfide della vita in modo costruttivo, evitando scorciatoie che possono avere conseguenze negative a lungo termine, attraverso l’insegnamento di competenze pratiche, come la gestione del denaro e di soft skills, per favorire la capacità di risolvere problemi e gestire le emozioni, sviluppare un senso di autoefficacia che li renda meno vulnerabili a situazioni di dipendenza economica o affettiva.
La prevenzione del fenomeno del sugar baby non è una responsabilità esclusiva dei genitori e della scuola, ma richiede un approccio comunitario che le scienze psicopedagogiche e criminologiche possono contribuire con la creazione di reti di supporto tra famiglie, scuole e servizi sociali, promuovendo una cultura del dialogo e della solidarietà.
Ad esempio workshop, seminari e campagne di sensibilizzazione possono diffondere consapevolezza sui rischi associati a queste dinamiche e fornire alternative costruttive per i giovani, permette di affrontare le cause profonde del fenomeno, come la disuguaglianza economica e la mancanza di opportunità, creando un terreno fertile per il cambiamento sociale.
Il fenomeno del sugar baby pone sfide complesse che richiedono una risposta integrata e multidisciplinare della criminologia e della psicopedagogia, attraverso il sostegno giuridico, legislativo ed educativo alla comunità e alla genitorialità: un ruolo fondamentale nella prevenzione e nel contrasto di questa problematica.
Dott. Vincenzo Longo, 10 gennaio 2025
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